In coda al Progetto Comenius

Si pubblica la riflessione del Dirigente scolastico sulle giornate svolte nel nostro Istituto nella prima fase del progetto Comenius 2012/2013.

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In coda al Comenius

Come responsabile dell’istituto sono già intervenuto in varie occasioni durante i lavori del primo incontro del Progetto Comenius “School utopias”, ma mi interessa fissare ora alcune riflessioni.

Inizio col sottolineare l’importanza dell’utopia: tutti siamo cresciuti carichi di utopia, cioè di sogni che assumono un rilievo esistenziale e sociale, passando dall’ambito privato e individuale a quello comunitario e sociale e che perciò cercano di dotarsi di strumenti e idee per arrivare da qualche parte. La scuola vive di utopia, seminando giorno per giorno germi di futuro e di speranza e immaginando e precorrendo il mondo di domani, costruito oggi educando le generazioni future  col legare insieme esperienze e insegnamenti del passato, con le attese e le esigenze dell’oggi, grazie a valori e metodi talmente solidi da resistere a distanza di anni e di luoghi. Nel programma di lavori della settimana si è avuto un esempio molto significativo, quando è stata richiamata l’attualità della lezione e dell’esperienza della scuola di Barbiana di Don Milani: un salto indietro di quasi mezzo secolo per capire come e perché progettare il domani.

Alcune indicazioni importanti per la scuola dell’utopia le abbiamo ricavate proprio dalle parole e dalle idee del priore di Barbiana:

  • la parola come strumento di giustizia
  • e quindi la dimensione etica della scuola
  • e quindi responsabilità morale e civica
  • dell’educatore e dello studente;
  • scuola radicata nella vita e nei suoi valori
  • e quindi sacralità del lavoro,
  • e obbligo della solidarietà (I Care)

La cosa più sorprendente per me è stata quella di accorgermi ad un certo punto che molte delle indicazioni per la scuola dell’utopia le vedevo attuate proprio lì in quella settimana:

  • la lingua come strumento di comprensione dell’altro e di ospitalità
  • la collaborazione stretta ma allegra fra tutti, ospiti e ospitanti, docenti e non, studenti e genitori, amici della scuola e volontari e occasionali collaboratori, all’insegna della corresponsabilità e dell’I Care;
  • scuola in movimento, pronta a uscire dal proprio recinto con gli occhi aperti, con voglia di conoscere e di capire, allargando lo sguardo e i tempi di riflessione
  • capacità di passare con scioltezza da un linguaggio all’altro, di sfruttare la tecnologia, di mettere a disposizione le proprie competenze e di accettare il punto di vista altrui

In conclusione la settimana di Comenius ha confermato che sempre di più dobbiamo utilizzare le potenzialità educative delle esperienze di vita, dell’incontro con l’altro, del lavoro di ricerca attuato in gruppo e in attività di ampio respiro.

Ci saranno state certamente delle disfunzioni, dei momenti poco stimolanti, ma i risultati sono stati entusiasmanti e questo grazia all’impegno e alla bravura di molte persone, dentro e fuori dalla scuola, che voglio ringraziare, con la convinzione di essere e di lavorare in una gran bella compagnia.

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